Giuseppe Riva

Bambini e tecnologia

Una ricerca francese ha osservato e analizzato il comportamento di bambini di varie fasce d'età alle prese con tablet e altri allettanti prodotti tecnologici. La conclusione? Sconsigliato il loro uso in autonomia e per tempi lunghi.

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Durante le più svariate feste nelle nostre case entrano moltissimi regali di tipo tecnologico. Se una volta le tecnologie erano riservate agli adulti, oggi sempre più parenti e amici regalano ai nostri figli, anche molto piccoli, strumenti tecnologici come tablet o robot interattivi.

Ma ha senso regalare un tablet a un bambino di 3 anni? Come ho raccontato in Nativi Digitali. Crescere e apprendere nel mondo dei nuovi media (Il Mulino, 2014), fare usare strumenti tecnologici a bambini in età prescolare può essere un’opportunità o un problema, a seconda di come quelli sono utilizzati. 

Partiamo da un dato oggettivo: i bambini anche molto piccoli non hanno problemi a usare le App di telefoni cellulari e tablet. Come evidenziato dall’ultima ricerca americana sui bambini da zero a 8 anni (Zero to eight: Children’s media use in America), già a 9-12 mesi il bambino è in grado di imparare a utilizzare le App senza problemi. In pratica, la facilità d’uso dei dispositivi “touch” ha rimosso la barriera linguistica che a lungo ha rappresentato il principale ostacolo all’impiego della tecnologia.

Oggi per poter usare le tecnologie touch non è necessario saper leggere o scrivere, basta saper controllare le proprie dita. Non solo: come molti genitori hanno già scoperto, ai propri figli interagire con le App piace parecchio, in alcuni casi anche troppo; in tante situazioni, provare a togliere il tablet o il cellulare al bambino genera lunghi pianti e discussioni.

Ma allora, cosa fare?

Una delle riflessioni più autorevoli sull’argomento è il rapporto L’enfant et les écrans, redatto dall’Accademia delle Scienze francese. Le conclusioni a cui sono arrivati i ricercatori dell’Accademia sono molto semplici: impiegare tecnologie touch per il gioco interattivo può essere positivo anche per i bambini più piccoli – a partire dai 12-18 mesi – impiegando App esplorativo-interattive in grado di facilitare la conoscenza del mondo e di se stessi. A partire dai 24-36 mesi diventa possibile usare App in grado di attivare la capacità di attenzione visiva selettiva, la categorizzazione e la numerazione.

A partire dai 5 anni sono consigliate App che facilitano l’apprendimento dell’associazione tra grafemi (lettere) e fonemi (suoni), in modo da guidare il bambino verso la lettura e la scrittura. Come dimostrano gli studi svolti dagli autori del rapporto, il primario punto di forza di tali App è la capacità di favorire l’integrazione cognitiva. Gli studi eseguiti sui bambini hanno mostrato come la dimensione multimediale delle App, che quando sono fatte bene uniscono l’interazione tattile a una storia in grado di dare senso all’esperienza, faciliti l’integrazione cognitiva coinvolgendo sia il lobo frontale, nel quale avvengono le funzioni cognitive superiori, sia il lobo parietale, il quale controlla l’attività visuo-spaziale.

Uno degli esempi più evidenti del potere positivo delle tecnologie touch viene dall’esperienza fatta in Etiopia dal progetto One Laptop per Child. Durante il progetto sono stati dati dei tablet a una ventina di bambini di 6 anni che vivevano in uno sperduto villaggio agricolo a 75 km da Addis Abeba, in cui non erano presenti scuole o maestri. In qualche settimana i bambini avevano imparato da soli a utilizzare il tablet – usufruivano in media di 47 App al giorno – e grazie a esso avevano iniziato a riconoscere l’alfabeto e imparato a cantare una serie di canzoni.

Tuttavia anche il tablet ha i suoi limiti. Il principale è di essere adoperato individualmente, mancando dunque di favorire lo sviluppo delle capacità sociali del bambino. In altre parole, se il bambino passa troppo tempo interagendo da solo con la tecnologia, il rischio è quello di una minore capacità di comunicazione e socializzazione.

Per questo, l’uso efficace della tecnologia da parte dei bambini si basa su 2 regole fondamentali: dev’essere sempre limitato nel tempo e la fruizione del medium deve avvenire il più possibile sotto la supervisione di figure di riferimento, siano esse i genitori ma anche i fratelli più grandi.

È infatti sconsigliato l’uso autonomo e prolungato (più di 15-20 minuti) delle tecnologie touch in bambini di età inferiore ai 5 anni.

Le App, insomma, possono rappresentare una valida integrazione alle fasi di gioco più classiche, se utilizzate con moderazione e con il supporto di un adulto.

Per scegliere le App più adatte per i nostri figli una delle risorse maggiormente utili, anche se in lingua inglese, è il sito della fondazione americana no profit Common Sense Media. Al suo interno vi è una sezione dedicata che descrive e recensisce le diverse App per i principali tablet e smartphone. Ciascuna review, oltre a spiegare in maniera chiara e concisa il contenuto dell’App, ne indica una valutazione – da una a cinque stelle – e suggerisce l’età minima per l’uso.

Questo articolo è di ed è presente nel numero 260 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui