Desiderio a domicilio: il Sexting
Pensare di unire la sessualità con il mondo virtuale potrebbe far emergere una forte dissonanza sia in termini cognitivi che emotivi. L’esperienza erotico-sessuale, infatti, rimanda alla corporeità, all’unione e al contatto, l’esperienza virtuale invece alla lontananza, alla finzione e ad una grande immaginazione.
Paradossalmente, la sessualità e il mondo virtuale si trovano ad essere in stretto contatto molto più di quanto pensiamo, specialmente in questi ultimi anni dove il consumo e la fruizione di materiale on-line (anche a sfondo sessuale) sta crescendo a dismisura, grazie alla possibilità di utilizzare pc, tablet e smartphone in ogni angolo delle nostre città (Spaccarotella, Quattrini, 2016). Basti pensare al dato evidenziato da una recente ricerca realizzata durante il lockdown (Carnevale et al., 2020) secondo cui il fenomeno del sexting è in crescita anche in Italia.
A tal proposito, il Gruppo di Lavoro “Psicologia e Sessualità” dell’Ordine Psicologi Lazio ha redatto un documento (Botta et al., 2020) con l’obiettivo di raccontare il fenomeno, sfatando i numerosi stereotipi che ancora persistono su questo tema e fornendo anche delle indicazioni pratiche per genitori e insegnanti con un vademecum finale di “buona pratica”.
Che cos’è dunque il sexting? Questo neologismo nasce dalla crasi tra le parole sex (sesso) e texting (inviare messaggi di testo) e si riferisce all’azione di inviare messaggi di carattere erotico-sessuale, che possono includere anche foto e/o video di nudo/semi-nudo o che ritraggono la persona in atteggiamenti sessualmente espliciti (ad es. masturbazione, rapporti sessuali, preliminari con un partner stabile o occasionale). Può riguardare dunque uno scambio di messaggi all’interno di una chat tra (principalmente) due persone nella quale possono essere: comunicate le proprie fantasie erotiche; costruite e fantasticate scene a carattere sensuale-sessuale da realizzare insieme all’interlocutore; mostrate immagini di sé (o prese dal web) che hanno una chiara connotazione passionale (Spaccarotella,2020). L’interazione descritta serve a stimolare il proprio (o reciproco) desiderio o ad aumentare ed amplificare l’eccitazione sessuale dei partecipanti alla conversazione. Questa tipologia di dialogo erotico può riguardare indifferentemente sia adolescenti che adulti, giovani e non.
Nel recente passato sono state svolte altre importanti indagini statistiche: la prima è il rapporto Eurispes di fine 2018 “Sesso, erotismo e sentimenti: i giovani fuori dagli schemi”, che rivela come i giovani italiani vivano i rapporti sessuali e il mondo dell’eros. L’indagine è stata realizzata su un campione composto da ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 30 anni. Dalla popolazione presa in esame emerge che quasi sei giovani su dieci hanno praticato il sexting almeno una volta nella vita, ovvero hanno inviato e condiviso materiale sessualmente esplicito in forma verbale, fotografica o video. Il 41.4% dichiara di non averlo “mai” fatto; il 36.2% lo ha praticato “qualche volta”; il 12% “spesso” e il 10.4% “una sola volta”. Per quanto riguarda i dati anagrafici, il 45.2% dei 25-30enni non lo ha “mai” praticato, contro il 37.1% dei 18-24enni. A dedicarsi più spesso al sexting sono i ragazzi del Nord-Est: il 17.5% lo pratica “spesso”, rispetto al 15.6% delle Isole, il 10.9% del Centro, il 10.7% del Sud, il 9.9% del Nord-Ovest. Osservando le risposte per orientamento sessuale, risulta una maggiore propensione a scambiare più spesso materiale sessualmente esplicito tra chi si dichiara omosessuale (il 44% contro l’8.2% degli eterosessuali); mentre quasi la metà degli eterosessuali si dicono estranei a questa pratica (46.4%). Tre giovani su quattro fanno sexting con il proprio partner (75%), ma, nello stesso tempo, quasi la metà lo ha fatto con un partner occasionale (46.6%) e quattro su dieci con una persona che gli piaceva (40.6%), il 35.6% con qualcuno con cui voleva scherzare. Sono i ragazzi del Nord-Est gli unici a dichiarare, in più della metà dei casi, di aver fatto sexting con partner occasionali (51.6%).
L’altro documento preso in esame è il Rapporto Censis-Bayer 2019 sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani: un’analisi dettagliata della vita privata delle coppie e dei single (in questo caso il campione coinvolto è tra i 18 e i 40 anni). Secondo l’indagine il 16.5% degli italiani scatta foto o registra video durante i rapporti sessuali, mentre il 37.5% pratica sexting.
È possibile dunque vedere come le percentuali siano variabili in base al campione preso in esame e alla provenienza geografica e che la pratica può essere ritenuta un’azione da realizzare in maniera saltuaria, sporadica, messa in atto per gioco o per scherzo, anche con partner occasionali (al di fuori della propria coppia) oppure reiterata con continuità, come mezzo sicuro per procurarsi piacere. È possibile provare a delineare quelli che sono i quattro scenari nei quali viene prevalentemente attuato il sexting (Spaccarotella, 2020): all’interno di una coppia stabile, datata, consolidata (può essere vissuto come un gioco, una novità, per dare vitalità e nuova linfa al rapporto); all’interno di una coppia in formazione, che può essersi già incontrata dal vivo o è in procinto di farlo (può essere utilizzato ad esempio per tre motivi: per sperimentare il livello di “sintonizzazione” e di compatibilità in ambito sessuale; per combattere la paura dell’eventuale incontro sessuale con l’altra persona ed entrare in contatto con il corpo dell’Altro in maniera “filtrata”, diventando un escamotage difensivo per evitare possibili “delusioni”; per “testare” le preferenze erotiche dell’interlocutore e provocarlo, in modo da capire fino a dove ci si può spingere con lui/lei); all’interno di una coppia esclusivamente “digitale”, che sa di non avere un futuro “reale” (può essere usato come “diversivo”, ad es. in persone già impegnate, annoiate sessualmente dalla propria relazione di coppia ma che non vogliono mettere in discussione/in pericolo il loro rapporto stabile. Un altro scenario ipotetico può essere caratterizzato da utenti che si sono conosciuti tramite un social network o un’applicazione e chattano da città diverse, mettendo preventivamente in conto di non incontrarsi mai); oppure come sexting “coercitivo” (prevede l’invio di un commento sessualmente allusivo o della foto dei propri genitali senza il minimo preavviso e senza che ci sia accordo tra le parti. Può essere anche effettuato nei confronti di persone assolutamente sconosciute, messo in atto esclusivamente per il gusto di provocare e scioccare l’interlocutore).
Parlare di sexting in maniera chiara a tutte le fasce di età può aiutare gli utenti a riconoscere in maniera autonoma le trappole e i pericoli che possono celarsi dietro a un suo utilizzo improprio, permettendo loro di poterne godere in modo sano e sicuro.
Michele Spaccarotella è psicologo e psicoterapeuta psicodinamico. Svolge la libera professione a Roma nell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS), presso il quale è responsabile della didattica e docente nel corso biennale in Psicosessuologia. È cultore della materia presso la cattedra di Parafilie e Devianza (Prof. Fabrizio Quattrini) dell’Università degli Studi dell’Aquila. Si occupa di ricerca e clinica nel campo della dipendenza sessuale ed è infatti co-Autore del QDS (Questionario sulla Dipendenza Sessuale). Conduce seminari divulgativi ed è autore di diversi articoli in ambito psicologico e sessuologico. Collabora con radio locali e nazionali e con importanti testate giornalistiche.
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Instagram: @dottormichelespaccarotella
Bibliografia
Botta D., Cosmi V., Eleuteri S., Giuliani M., Marciante N., Peruzzi D., Petruccelli I., Recine A., Spaccarotella M. (2020), Sessualità e social network. Il fenomeno del sexting. eBook consultabile su https://festivalpsicologia.it/argomenti/sexting
Carnevale S., Costa S., Giuliani M., Medde P., Morgilli L., Peruzzi D., Spaccarotella M. (2020), CoV-Habits: le abitudini degli italiani durante il lockdown. Consultabile sul sito https://www.ordinepsicologilazio.it/risorse/abitudini-e-lockdown/
Censis-Bayer (2019), Rapporto sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani. Consultabile su https://www.censis.it/welfare-e-salute/rapportocensis-bayer-sui-nuovi-comportamenti-sessuali-degli-italiani
Eurispes (2018), Sesso, erotismo e sentimenti. I giovani fuori dagli schemi. Consultabile su https://eurispes.eu/news/indagine-eurispessesso-erotismo-e-sentimenti-i-giovani-fuori-dagli-schemi/
Spaccarotella M. (2020), Il Piacere Digitale #Sex&TheSocial, Giunti Psychometrics, Firenze.
Spaccarotella M., Quattrini F. (2016), “Il sesso in rete. Il rischio reale dell’era virtuale”, Elementi di Sessuologia, 1, 41-50.