Estremo, non dannoso
La diffusione delle sessualità alternative porta con sé nuove necessità informative. Adoperato bene, anche il web può aiutare in questo.
Quando nel 2012 uscì 50 sfumature di grigio, il romanzo rosa che ha dato il via allo sdoganamento di massa del BDSM, uno dei più curiosi effetti collaterali fu l’aumento di ricoveri nei pronto soccorso statunitensi. Il Washington Post dimostrò addirittura un 20% in più di accettazioni dovuto a incidenti connessi a pratiche sessuali insolite e a sex toys usati malamente, confermato da un fenomeno analogo nel Regno Unito. Non si trattava di una novità. Benché con numeri inferiori, lo stesso fenomeno si era visto dieci anni prima all’uscita del film Secretary, nel 1986 con 9 settimane e mezzo e nel ’75 con Histoire d’O – tutti fenomeni mediatici ispirati al sesso estremo.
Dal cambio di millennio, Russia e Giappone dichiarano di avere un problema con il bondage (legature e costrizioni erotiche), sempre più popolarizzato da siti pornografici che presentano le opere – a volte di effettivo valore artistico – di esperti di lungo corso. Il tentativo di emularli senza però avere corpi allenati e conoscenze tecniche specifiche ha fatto rilevare numerosi incidenti fra praticanti improvvisati. I più frequenti sono danni neurologici da compressione, traumi provocati dal cedimento di imbragature o punti di sospensione, danni da sincope. In quest’ultima categoria, la causa prevalente è stata quella di avere abbassato velocemente le braccia dopo essere stati tenuti con le mani legate sopra la testa: il rifluire del sangue negli arti determina un abbassamento di pressione e il relativo svenimento imprevisto. Sembrano leggermente in calo, per fortuna, i casi di asfissia autoerotica, che comunque continuano a mietere una media di tre vittime al giorno su scala globale.
L’elenco degli incidenti sessuali bizzarri potrebbe essere infinito. Colpi di calore causati da tute full-body in latex indossate troppo a lungo; lacerazioni e infezioni per pratiche zoofile; sex toys “persi” dopo penetrazioni anali eccessivamente profonde; parassitosi da coprofilia; errori di sexting (uno studio inglese del 2016 rilevava che fossero accaduti al 17% del campione); congiuntiviti gonococciche per pratiche di pissing… Senza contare gli episodi in cui il danno è di tipo psicologico, per le conseguenze a breve o lungo termine di quello che, in fondo, viene definito anche “sesso estremo” per un buon motivo e che non andrebbe affrontato inconsapevolmente.
La reazione più comune davanti a queste notizie è di scandalo e sdegno, seguita di solito dai deliranti strali di opinionisti che inneggiano a «chiudere il web» o sciocchezze simili. L’unico approccio possibile passa tuttavia, come sempre, da una conoscenza approfondita della situazione. Si scopre così che, sebbene ci sia un’indubbia correlazione tra il modo in cui Internet facilita l’accesso a contenuti pornografici alternativi e i problemi legati alla loro emulazione, la Rete spesso ne fornisce anche la soluzione.
Estremo, non dannoso - Ayzadd
Fuori dei confini limitanti dei social network e delle loro condotte di censura dei contenuti a tema sessuale, esistono infatti innumerevoli comunità virtuali dedicate ad ogni forma di eros insolito. Anche le più piccole non scendono mai sotto le centinaia di partecipanti: parte di essi è naturalmente composta da semplici curiosi, ma il resto è fatto di praticanti con esperienza a volte pluridecennale e con retroterra di tutti i tipi. Dato l’inevitabile investimento emotivo sull’argomento, è quindi facile incontrare discussioni anche molto serie e approfondite su temi che di norma vengono liquidati in poche parole non solo dai mass media ma anche dal personale sanitario, formatosi su testi che necessariamente non approfondiscono la galassia delle parafilie minori e delle loro molteplici manifestazioni. Qui è allora possibile confrontarsi con medici (ma anche ingegneri, sociologi, legali ecc.) in grado di dare informazioni dettagliate e di prima mano sul modo migliore di affrontare le sfide di una sessualità atipica – o perlomeno di suggerire testi specifici su cui trovare risposte utili.
La vastità stessa della mappa delle sessualità non normative rende improbabile che terapeuti, counselor o più semplicemente persone vicine a individui eros-atipici forniscano indicazioni dettagliate su come gestire tutte le possibili e diverse inclinazioni. Essere in grado di suggerire fonti attendibili può tuttavia ridurre di parecchio le possibili conseguenze dannose di comportamenti che spesso sono appresi soltanto attraverso la lente deformante della fiction pornografica.
Come avviene sempre online, le risorse affidabili sono purtroppo mescolate a siti e forum popolati da personaggi con altrettanta difficoltà nel distinguere fantasie e realtà, da troll (disturbatori), da confusionari in buona fede e venditori di fumo. Esattamente come in altri ambiti, è però piuttosto facile identificarli e ignorarli, così come è facile inquadrare le fonti realmente autorevoli. Sia che ci troviamo nel ruolo di diretti interessati o in quello di loro confidenti, allora, è fondamentale ricordare l’importanza di una dimestichezza con il corretto uso degli strumenti informatici, a scopo tanto preventivo quanto, almeno in parte, risolutivo di problemi connessi all’interpretazione errata di sessualità alternative.
Questo primo passo consentirà di esaminare e discutere gli eventuali disagi sulla base di informazioni realistiche anziché colorate da probabili equivoci dettati dalla inesperienza. In particolare, i terapeuti saranno in grado di separare le problematiche personali dai potenziali rischi obiettivi insiti in determinati tipi di sessualità, concentrandosi sulle prime. Senza che nessuno si faccia male.
Ayzad è il più attivo divulgatore italiano nel campo delle sessualità alternative. Autore di diversi testi di riferimento sul tema, è personal coach e nel 2017 è stato nominato fra i 5 sex blogger più influenti al mondo, per il suo sito www.ayzad.com.
Riferimenti online https://www.digitaldictionary.it/
Questo articolo è di ed è presente nel numero 275 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui