Claudio Colace

I sogni dei bambini

Lo studio scientifico del sogno infantile si sta mostrando di grande utilità per la comprensione dello sviluppo cognitivo del bambino e per l’indagine sul sognare.

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Già Freud (1915-1917) aveva osservato come il sogno infantile poteva essere un mezzo straordinario per comprendere i meccanismi e le funzioni del sogno in generale. In tempi più recenti, Foulkes, autore delle uniche ricerche sui sogni REM e NREM dei bambini prescolari, ha osservato, sulla base delle osservazioni di Piaget, come la forma e il contenuto del sogno infantile proceda di pari passo con lo sviluppo cognitivo e in particolare con lo sviluppo delle capacità simboliche e visuospaziali.

Altri studi confermano che dall’indagine del sogno infantile si possono trarre preziose informazioni su alcune questioni chiave come quelle inerenti al significato individuale dei sogni e alla loro funzione.

L’ASPETTO FORMALE

I sogni dei bambini piccoli (3-5 anni), a differenza della maggior parte dei comuni sogni degli adulti, presentano un aspetto formale estremamente semplice. Il loro racconto generalmente si compone di poche parole (una ventina) che costituiscono una o due frasi con una struttura narrativa che si svolge in una sola unità temporale. Spesso (nel 68% dei casi) si tratta di sogni che mostrano contenuti coerenti e comprensibili rispetto alle esperienze di veglia, senza elementi bizzarri (ovvero contenuti improbabili e/o impossibili rispetto alle esperienze comunemente vissute).

A partire dai 5-7 anni, invece, i sogni iniziano a complicarsi: i racconti diventano più lunghi, tipicamente arrivano a circa 40 parole, e la narrativa si sviluppa su più unità temporali (generalmente due). Diminuisce la percentuale di sogni sensati e direttamente comprensibili (42%), lasciando spazio a sogni bizzarri (dal 15% nei sogni dei piccoli, si passa ora al 34%).

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