Il marketing e il bisogno
Il marketing opera per farci capire cosa ci serve davvero, e ci supporta nel trovare il prodotto giusto al momento giusto.
Cominciamo col dire che il marketing ci fa acquistare ciò di cui non abbiamo bisogno. Effettivamente, potremmo acquistare cose basandoci esclusivamente su criteri razionali e funzionali. Ci sarebbero naturalmente pochissime scelte, magari solo una per ogni categoria di prodotto. Ma se i prodotti e servizi fossero appunto creati in maniera del tutto funzionale, magari non sarebbe un problema: acquisteremmo solo prodotti che ci servono, quando ci servono e risparmieremmo denaro. Viceversa, non acquisteremmo più per motivi emotivi, psicologici o per concetti assolutamente astratti come l’immagine, lo status, la gratificazione psicologica o il divertimento.
Da un punto di vista strettamente razionale e funzionale nella scelta di prodotti, potremmo anche eliminare il marketing. Rimarrebbe però il problema di milioni di famiglie che lavorano nel marketing e che si troverebbero senza lavoro. Decisamente seccante (anche per me personalmente). Come ho spiegato in un mio articolo recente, rimarremmo inoltre orfani del marketing, che appunto soddisfa i nostri bisogni emotivi e ci risolve il problema della scelta.
Ammetto che mantenere i posti di lavoro di chi lavora per farci spendere soldi che magari potremmo risparmiare, oppure gratificare la nostra pigrizia mentale nella scelta di un pacco di pasta, potrebbero essere considerate motivazioni mediocri per mantenere in vita il marketing. In realtà, c’è una motivazione molto più importante per tenerci il marketing ancora per un po’. Me l’ha fatta notare mia moglie l’altra sera mentre discutevamo del suo desiderio di diffondere la conoscenza dello yoga.
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AccediQuesto articolo è di ed è presente nel numero 275 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui