Guido Sarchielli

Il navigator

un’occasione di rilancio del career counseling

Dal navigator al career counselor varie sono le figure professionali che aiutano chi cerca lavoro a identificare i propri punti di forza e a dirigere la ricerca verso i target più appropriati.

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Quando si è diffusa in Italia la proposta governativa di migliorare l’efficienza dei servizi per il lavoro introducendo la figura del navigator – indirizzata a sostenere le persone nella fase di transizione dalla scuola al lavoro o nelle varie situazioni di mobilità professionale – ci sono state reazioni contraddittorie. Da chi, in modo entusiasta, vi ha visto la possibilità di risolvere tutti i problemi dei disoccupati a chi ha denunciato il solito specchietto per le allodole propagandato per rinviare le vere riforme dei servizi, a chi si è limitato a richiamare, ironicamente, la massima degli «italiani popolo di eroi, poeti… e navigatori» che campeggia sulla facciata del Palazzo della Civiltà italiana o del Lavoro, ribattezzato “Colosseo quadrato”. (CONTINUA...)

I propositi di valorizzare una specifica funzione consulenziale per facilitare l’incontro delle persone con il lavoro non dovrebbero essere svalutati né deformati dalle inevitabili divergenze o dai pregiudizi che si associano alle decisioni di politica sociale. Certo, di per sé, non si tratta di una proposta particolarmente innovativa, anzi è stata ammessa la sua importazione dal Nord-America. Là da gran tempo è presente la funzione professionale del navigator. Servizi statali per il lavoro, ma anche fondazioni, network di scuole superiori, famose università e agenzie private di selezione e inserimento lavorativo, si sono dotati di questi servizi consulenziali personalizzati, fatti cioè su misura dei bisogni e delle aspettative delle persone e tesi all’identificazione delle loro competenze e al sostegno ai loro processi decisionali. 

Chi svolge la funzione di navigator è un professionista che cerca di motivare, allenare, sostenere, aiutare a rimuovere varie barriere personali e sociali per connettere i desideri dei giovani con le risorse, strumenti e competenze necessari per realizzarli, preparandoli così ad avere successo nel luogo di lavoro. Non si tratta di interventi di “pronto soccorso” per individuare un posto qualsiasi o fare un meccanico collegamento tra domanda e offerta di lavoro (che oggi, con tecnologie informative ben funzionanti, è fattibile in tempo reale). Si vuole offrire, piuttosto, una consulenza mirata, messa a punto con la persona stessa per valorizzare il suo capitale psicosociale. Tant’è vero che questi professionisti provengono spesso dalla psicologia dell’educazione o del lavoro e padroneggiano vari insiemi di competenze, in gran parte di tipo psicosociale, come: comunicazione efficace (ascolto attivo e intervista centrata sui punti di forza), introspezione e riflessività, tecniche di problem solving e definizione degli obiettivi, e di valutazione della working readiness (ossia di quanto sei effettivamente occupabile). 

Anche in Francia si hanno esperienze analoghe. Qui la parola chiave usata è accompagnateur. L’idea di fornire un sostegno personalizzato caratterizza i servizi di “accompagnamento” che integrano funzioni un po’ diverse tra loro sul piano tecnico (come counseling, coaching, tutoring) comunque orientate all’emancipazione della persona, allo stimolo ad essere proattivi, a valorizzare le proprie capacità e i margini di autonomia decisionale nelle varie occasioni di transizione personale e professionale che mettono in difficoltà soprattutto, ma non solo, i gruppi sociali più vulnerabili. La scelta più comune è quella di operare in équipe multidisciplinari i cui membri sono etichettati in vari modi – consulente, sponsor, referente, facilitatore e soprattutto accompagnatore – e che si cimentano in azioni di integrazione e inclusione sociale a partire dalle fasi di formazione, di costruzione di progetti professionali, di primo incontro con il lavoro, di bilancio delle competenze e di educazione permanente. Ad essere coinvolti in queste pratiche sono soprattutto gli psicologi dell’orientamento e quelli del lavoro. La nozione di “accompagnamento” si riferisce alla metafora del viaggio verso il mondo del lavoro fatto insieme e deciso tra la persona e il consulente. Egli però non agisce al posto della persona, ma fa da specchio, da riscontro, da sostegno e stimolo. In altre parole, accompagnare significa creare le condizioni per far riflettere la persona su di sé, sostenerla, proteggerla, aiutarla a individuare e raggiungere in tempi ragionevoli i propri obiettivi e non per dirigere, controllare, diagnosticare e classificare o concedere burocraticamente un beneficio standard o una soluzione prefabbricata.

In entrambi gli esempi si entra nel campo del career couseling, un processo non lineare di aiuto focalizzato sulla relazione persona-contesto sociolavorativo, che purtroppo pochi servizi italiani di orientamento e per il lavoro sono in grado di erogare. Esso si costruisce cammin facendo con la persona, tramite strumenti multipli di attivazione motivazionale e cognitiva e di sviluppo delle potenzialità, basati su un’esplicita alleanza di lavoro. Qualunque sia la ragione della richiesta, l’obiettivo è di iniziare una dinamica di cambiamento con nuovi modi di leggere il presente, di pensare al futuro, di immaginare progetti di vita realistici, di riconoscere i propri punti di forza e i limiti da correggere sul piano delle competenze e di attuare le strategie per avvicinarsi ai risultati desiderati. 

L’ideale sarebbe poter impostare queste forme di consulenza di carriera in un’ottica preventiva, rinforzando le risorse progettuali della persona prima che fattori esterni mal controllabili (cambiamenti o carenze del lavoro) creino situazioni di emergenza. Si tratta di capire se gli psicologi, tra i principali possibili candidati a offrire questi servizi alla persona, colgano l’occasione del navigator per occuparsene finalmente in modo sistematico.

 

Guido Sarchielli è professore emerito di Psicologia del lavoro all’Università di Bologna.

Riferimenti bibliografici
Choitz V., Soares L., Pleasants R. (2010), A new national approach to career navigation for working learners, Center for American Progress, Washington.
Di Fabio A., Lemoine C., Bernaud J.-L. (2008), Accompagnamento professionale e counseling degli adulti (trad. it.), Hoepli, Milano.
Hartung P. J., Vess L. (2016), «Critical moments in career construction counseling», Journal of Vocational Behavior, 97, 31-39.

Questo articolo è di ed è presente nel numero 273 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui