Il primo giorno di scuola
Ciascuno di noi, oltre all’esame di maturità, ricorda sempre il suo primo giorno di scuola: un misto di eccitazione e paura.
Diversi anni fa la professoressa Rossana De Beni ed io conducemmo, presso l’Università di Padova, una ricerca sulla sensibilità alla memoria, cioè sulla propensione a ripensare al proprio passato. Chiamammo questa caratteristica «leopardismo» perché il grande poeta recanatese non solo trovava alimento alla sua ispirazione nei ricordi della sua vita, ma, per quanto possa sembrare il contrario, sperimentava anche piacere nel ricordare. E infatti una città gli piaceva maggiormente se ad essa poteva associare episodi della propria vita.
Ebbene, in quella indagine sulla “sensibilità alla memoria” trovammo che uno degli episodi remoti più significativi ricordati dalle persone era relativo alla prima giornata di scuola; gli individui più “sensibili” avevano l’impressione di ricordare meglio gli episodi più importanti della loro infanzia e, fra essi, il primo giorno di scuola. Il primo giorno di scuola rappresenta infatti un momento cruciale nella vita di una persona. Ai tempi della nostra ricerca ancora molti adulti non avevano fatto quello che, per i più vecchi, si chiamava “asilo” e, per i più giovani, “scuola materna”, e quindi il primo giorno di scuola per definizione era il primo giorno di scuola elementare.
E il poeta Gianni Rodari scriveva una poesiola in cui citava le grandi novità sperimentate dal bambino che andava a scuola per la prima volta, a cominciare dalla figura della custode: «Suona la campanella/ scopa scopa la bidella», per proseguire con il risveglio e la levata forzata a un’ora mattutina prestabilita: «Viene la mamma, o scolaretto,/ a tirarti giù dal letto», e poi con il rito della preparazione dell’astuccio e della cartella con gli elementi di cartoleria di allora, come la carta assorbente o il temperamatite: «Metti la penna nell’astuccio,/ l’assorbente nel quadernuccio,/ fa’ la punta alla matita/ e corri a scrivere la tua vita».
SI DISCHIUDE UN NUOVO MONDO
Oggi quasi tutti i bambini hanno già esperienza scolastica, ma indubbiamente il primo giorno di scuola primaria resta particolarmente importante. Questa importanza dipende dal fatto che il bambino avverte (ed è informato) che le regole del gioco cambiano: vi è un orario preciso, vi sono delle regole di comportamento da seguire, è esplicita la richiesta di applicarsi per apprendere, si ha un posto di banco assegnato, vi sono anche altre piccole novità che colpiscono l’immaginazione del bambino. Un vero e proprio zaino con astuccio, diario, libri costituisce tuttora una richiesta importante e in parte nuova che ricorda la cartella dei tempi antichi menzionata da Gianni Rodari e da un’altra poetessa per bambini cara a genitori e figli di molti decenni orsono, Lina Schwarz, la quale aveva costruito la sua filastrocca per i bimbi d’un tempo che per la prima volta conoscevano il rito del viaggio da casa a scuola: «Or la bimba è grandicella,/ le han comprato la cartella/ e comincia a far la spola:/ scuola e casa, casa e scuola».
Durante le ultime vacanze di Natale ho chiesto ad alcuni bambini di prima elementare di dirmi cosa ricordavano del loro primo giorno di scuola e Fernando, colpito dalla nuova prassi di portarsi da casa la merenda, ancora ricordava che quel primo giorno la mamma gli aveva dato una brioche. Sul primo giorno di scuola, le novità relazionali contano comunque in modo particolare. Per esempio, Gianna ricordava – a tre mesi di distanza – soprattutto la conoscenza con la bambina che sarebbe diventata sua compagna di banco e il messaggio di accoglienza fatto scrivere dalla maestra ai suoi allievi di quinta, alla fine dell’anno scolastico precedente. Quel primo giorno, tornando a casa, aveva detto a mamma e papà, a proposito della sua compagna di banco: «Oggi mi sono fatta una nuova amica. È molto simpatica!».
Tutto può risultare nuovo ed eccitante. Lillo, dopo tre mesi, ricordava il fiorellino di carta che aveva ritagliato e di cui era rimasta traccia. Ma quel giorno era soprattutto impressionato dall’idea che la scuola gli avrebbe proposto molte cose interessanti. Infatti, era stato così preso che non si era voluto perdere nemmeno un momento delle attività comuni, aspettando, per andare in bagno, le tante ore intercorse tra l’inizio e la fine della scuola. Questo atteggiamento mi ha ricordato quello di una mia collega ormai alle soglie della pensione che diceva di ricordare ancora il suo primo giorno di scuola e soprattutto la vigilia: «L’asilo mi era piaciuto, ma a un certo punto avevo anche cominciato a stufarmi. Ora, con la scuola elementare, ero tutta eccitata per la novità, per il fatto che si andava ad imparare tante cose belle».
Questi bambini hanno dei genitori sensibili che hanno parlato ai figli delle novità e dell’importanza implicate dalla nuova scuola. Genitori del genere hanno pensato che così avrebbero predisposto i bambini ad affrontare la scuola in modo da essere preparati e positivamente motivati. Ma anche loro stessi sentivano fortemente questo momento, con l’entusiasmo associato alla prospettiva di vedere i piccoli cervelli dei loro figli affrontare situazioni strutturate di apprendimento e anche con il timore legato alla possibilità che essi incontrassero qualche difficoltà. La preparazione del primo giorno ha incluso pure tutti gli atti concreti relativi all’acquisto dello zaino, degli oggetti di cartoleria, dei libri: un materiale fiammante, nuovo di zecca, che sicuramente ha contribuito a suscitare emozioni positive anche nel bambino.
Ci sono, tuttavia, genitori più frettolosi o meno sensibili che non hanno condiviso la preparazione del materiale col bambino, né gli hanno parlato del primo giorno, per cui egli si è sentito in qualche modo catapultato in una realtà nuova e imprevista senza preparazione. Inizialmente ha reagito comportandosi come se fosse ancora alla scuola per l’infanzia, ma quando si è reso conto che le cose erano cambiate ha avvertito disagio e non ha più saputo come comportarsi.
Il primo giorno di scuola è sempre emozionante, anche quando lo si è sperimentato tante volte perché si è più grandicelli e con una buona esperienza scolastica alle spalle. Le vacanze estive hanno segnato una lunga pausa che ha creato un grosso solco, per cui ora il pensiero che corre alla scuola si carica di emozioni contrastanti, fra il piacere di ritrovare compagni e stimoli, e i timori e i malesseri legati alla ripresa delle routine scolastiche.
TESTIMONIANZE DAL WEB
Ecco alcune tra le numerose narrazioni riferite al primo giorno di scuola che si possono rinvenire in Rete.
Tensione, somatizzazioni e il conforto della mamma
La mattina del 12 settembre mi sono svegliata con tanta ansia. Cercavo di fare il più veloce possibile per paura di arrivare in ritardo. Durante il tragitto in macchina ho dovuto sopportare un mal di pancia terribile a causa del nervosismo. Arrivate a scuola, io e mia mamma abbiamo aspettato nel cortile della scuola, in attesa di entrare, quando una professoressa pronunciò il mio nome… Il cuore mi saltò.
Agitazione e conforto nel ritrovare compagni della precedente scuola
La sera prima dell’inizio della scuola ero molto agitato: non sapevo cosa mettere nello zaino, quali sarebbero stati i miei compagni e professori. La mattina tutte le preoccupazioni sono svanite perché ho incontrato i compagni della scuola elementare e ho anche fatto amicizia con altri.
L’importanza degli amici e dei buoni propositi
Sono finite le vacanze, è cominciata la scuola. Il primo giorno mi accompagnano i miei genitori, sono emozionata. Ci sono tanti ragazzi e aspetto di rivedere alcuni miei compagni di quinta elementare. I miei nuovi compagni sono simpatici. Ho conosciuto anche alcuni professori: mi sembrano molto buoni. Quest’anno voglio studiare tutte le materie, voglio avere degli amici nella classe, vorrei avere dei buoni voti e professori sorridenti e gentili.
L’ECCITAZIONE E LO STRESS
Di solito, le piccole ansie sono sovrastate dalla curiosità e dalla gioia di esperire una situazione nuova (come si può avvertire da alcuni commenti che ho scelto fra tutti quelli che si possono trovare in Rete, si veda il Questionario qui sotto), ma qualche volta lo stress può essere davvero rilevante.
Se un lavoratore, che pure ha più esperienza e ha avuto di certo ferie più brevi, sperimenta questo stress da ripresa lavorativa, possiamo ben immaginarci cosa accada a un bambino, che incontra molte più novità con il passaggio al nuovo anno. Lo stress da primo giorno di scuola è stato studiato anche a livello fisiologico tenendo conto del fatto che vi sono indicatori di stress facilmente rilevabili, come, per esempio, la presenza di cortisolo nella saliva. Un gruppo olandese ha trovato che lo stress dello studente può avere origini lontane: il tasso di cortisolo del primo giorno di scuola era infatti correlato a quello della mamma durante la gravidanza e ad altre manifestazioni d’ansia della mamma incinta (per esempio, il timore di generare un figlio con handicap).
Fra gli altri primi giorni di scuola sembra pesare in modo particolare (ed è stato oggetto di alcuni studi specifici) il primo giorno di scuola media. In generale, come abbiamo accennato, le preoccupazioni sociali durante i periodi di transizione sono fondamentali, ma in questo caso peculiare ci troviamo a fare i conti con l’inizio dell’adolescenza, là dove la formazione di nuovi gruppi sociali è centrale. La ricerca ha spesso usato la tecnica del questionario per individuare l’atteggiamento dei ragazzini subito prima di cominciare la scuola (qui sotto alla fine dell'articolo) o dopo averla iniziata.
UNA RICERCA
Uno studioso (Akos, 2002) ha chiesto a 331 studenti quale problema principale avevano incontrato con l’ingresso nella scuola secondaria di primo grado e ha potuto vedere che quello riportato più di frequente era di carattere sociale. Più precisamente, il 24% delle risposte riportava che il problema maggiore riguardava il rapporto con gli studenti più anziani, anche in relazione al timore di subire atti di bullismo. E, in effetti, con il passaggio alla scuola media gli studenti si rendono conto di retrocedere dalla cima della gerarchia sociale, che occupavano alla fine della scuola primaria, al suo fondo, che occuperanno nei primi anni della scuola secondaria. Essi passano dall’essere i più responsabili, i più conosciuti e più grandi e forti, a livello sia scolastico sia fisico, al diventare i membri più piccoli, meno conosciuti e più deboli della comunità di cui entrano a far parte. Altri problemi menzionati nella ricerca di Akos riguardavano le preoccupazioni associate al timore di difficoltà maggiori implicate nelle materie delle scuole medie (19%); per esempio, «Sono preoccupato di non fare altrettanto bene di quanto ho fatto negli ultimi anni».
Questa realtà è aggravata dai sostanziali cambiamenti che si verificano quando gli studenti passano dalla scuola primaria alla scuola secondaria. Nella gran parte dei Paesi occidentali esistono notevoli differenze tra l’ambiente scolastico primario e l’ambiente scolastico della scuola secondaria, come la maggiore enfasi posta nella valutazione degli studenti, la maggiore competitività, l’aumento del numero degli insegnanti e un incremento dei compiti a casa. Un cambiamento così clamoroso, ma ovviamente con caratteristiche diverse, potrà verificarsi solo in un’altra occasione e cioè con l’inizio dell’università. In questo caso, però, di solito lo stato d’animo è molto diverso e tipicamente più positivo, perché coincide con l’acquisizione di una maggiore libertà, con una parziale o totale emancipazione dalla famiglia (spesso l’università coincide anche con il cambiamento di città e con un alloggio proprio) e con una liberazione dalla sensazione di irreversibilità degli impegni scolastici quotidiani. Lo studente potrà poi essere scottato dalla superficialità con cui ha affrontato l’università, ma quel primo giorno – nella maggioranza dei casi – risulta eccitante e pieno di novità. Di converso, per i genitori, queste condizioni di maggiore libertà del figlio, pur suscitando, per un atteggiamento di condivisione ed empatia, speranze ed emozioni positive, possono essere fonti di preoccupazione: «Nostro figlio ce la farà?»; «Saranno ben spesi i soldi che ora dobbiamo investire per lui?»; «Avrà scelto il percorso giusto?».
Dunque il primo giorno di scuola è davvero importante per i protagonisti, gli studenti, e per gli indirettamente interessati, i genitori. Ma ci sono altre figure che sono direttamente interessate dal primo giorno di scuola, e parlo di coloro che attengono al personale scolastico. Per quanto le ferie del personale scolastico siano finite da tempo, quel primo giorno si associa allo stress rappresentato dall’arrivo improvviso di una massa di studenti che ancora non conosce le regole di funzionamento dell’istituzione. Il dirigente si mette le mani nei capelli per l’infinita serie di problemi organizzativi e relazionali che emergono con piena evidenza, i custodi cercano di instradare gli alunni e di rispondere alle mille domande delle matricole e dei loro genitori.
Del personale scolastico occupiamoci in particolare di quello più significativo: il corpo insegnante. Al di là delle varie emozioni inevitabilmente sperimentate e da gestire in quel fatidico giorno, vi è il problema più generale avvertito da molti insegnanti: «Devo sapermi presentare alla mia nuova classe nel modo giusto. Devo subito impostare la vita della classe con delle regole chiare». Le ricerche di psicologia sociale hanno mostrato quanto siano importanti e persistenti le impressioni iniziali che ci si forma sulle altre persone, e ciò vale anche per l’idea che in quel primo giorno l’insegnante si farà dei suoi allievi e soprattutto che i suoi allievi si faranno di lei/lui. Il tema è così significativo da essere stato oggetto di pubblicazioni specifiche, come quella che Douglas Brooks ha dedicato alla capacità dell’insegnante di comunicare. Ho assistito all’esperienza di un giovane insegnante chiamato a fare una lunga supplenza in una scuola media. Il primo giorno di scuola ha pensato di rendersi simpatico con un atteggiamento liberale e amicale, riservandosi l’introduzione di regole per le giornate successive: ebbene, non è più riuscito a introdurre quelle regole!
QUESTIONARIO
Esempi di domande di un questionario per esaminare l’atteggiamento del bambino in procinto di affrontare la scuola secondaria di I grado:
se il bambino sceglie «molto» o «abbastanza» per le domande 1 e 5, e «poco» o «per nulla» per le domande 2, 3 e 4, bisogna considerare che non è pronto (Benazzo et al., 2019).
1. I ragazzi della secondaria di primo grado m’incutono soggezione.
(Molto) (Abbastanza) (Poco) (Per nulla)
2. Non vedo l’ora di andare alla scuola secondaria di primo grado.
(Molto) (Abbastanza) (Poco) (Per nulla)
3. Penso che le materie alla scuola secondaria di primo grado saranno più interessanti.
(Molto) (Abbastanza) (Poco) (Per nulla)
4. Penso che gli insegnanti alla scuola secondaria di primo grado saranno pazienti e buoni come alla primaria.
(Molto) (Abbastanza) (Poco) (Per nulla)
5. Il pensiero della scuola secondaria di primo grado mi spaventa.
(Molto) (Abbastanza) (Poco) (Per nulla)
Cesare Cornoldi si occupa di apprendimento e di memoria, temi su cui ha pubblicato numerosi volumi e articoli scientifici. Dirige lo spin-off dell’Università di Padova sui disturbi dell’apprendimento.
Riferimenti bibliografici
Akos P. (2002), «Student perceptions of the transition to middle school», Professional School Counseling, 5 (5), 339-345.
Benazzo C., Toffalini E., Carmignola C., Granata P., Cornoldi C. (2019), «Criticità del passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria», DdA. Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva, aprile, 499-508.
Brooks D. M. (1985), «The teacher’s communicative competence: The first day of school», Theory Into Practice, 24 (1), 63-70, DOI: 10.1080/00405848509543148
Gutteling B. M., de Weerth C., Buitelaar J. K. (2005), «Prenatal stress and children’s cortisol reaction to the first day of school», Psychoneuroendocrinology, 30, 541-549.
Questo articolo è di ed è presente nel numero 279 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui