Lasciarsi nell’era dei social
Secondo un nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Colorado, lasciarsi alle spalle una rottura sentimentale sarebbe particolarmente difficile nell’era digitale.
Colpa dei social network, che ci bombardano di continuo con informazioni e ricordi relativi all’ex partner, mettendoci i bastoni tra le ruote nell’impresa, già complessa, di dimenticare un amore finito. Per lo studio, i ricercatori hanno reclutato persone che avevano subìto una brutta rottura amorosa nei 18 mesi precedenti e le hanno sottoposte a interviste approfondite. Il quadro che ne è emerso è piuttosto impietoso: anche quando le persone facevano di tutto per eliminare dalla propria vita gli ex partner, i social le rimettevano in contatto con contenuti ad essi collegati, spesso più volte al giorno.
Il feed di notizie, l’interfaccia principale che si apre all’avvio di Facebook, è risultata una delle principali fonti di sofferenza, fornendo aggiornamenti legati alle vite dell’ex, compreso il fatidico annuncio di una nuova relazione. I “ricordi” proposti da Facebook, che riattualizzano contenuti di anni precedenti, sono risultati altrettanto strazianti, con un partecipante che ha ricordato come un dolce messaggio dell’ex moglie, appartenente al passato, fosse spuntato dal nulla gettandolo in un «vortice emotivo». Molti hanno inoltre segnalato difficoltà connesse all’imbattersi negli ex (in forma di commenti) in spazi virtuali condivisi, quali i gruppi o le foto di amici comuni.
Nel 2015 Facebook ha lanciato negli Stati Uniti la funzione “take a break”, che rileva quando un utente passa dall’essere «in una relazione» all’essere «single» e gli chiede se desidera che la piattaforma nasconda le attività dell’ex partner (senza che sia necessario bloccarlo). Un’iniziativa in questo senso efficace; peccato, però, che coloro che non hanno comunicato in precedenza a Facebook di avere una relazione non ricevano un’offerta simile. Anche quando le persone bloccavano totalmente i propri ex, gli amici e la famiglia dell’ex continuavano ad apparire su Facebook con i loro aggiornamenti, o come suggerimenti di amicizia (nuovi compagni o compagne dell’amor perduto compresi!). «Sarò mai libero da tutto questo?», ha chiesto un partecipante allo studio, esasperato.
La ricerca si situa all’interno di un progetto più ampio della National Science Foundation, denominato «Humanizing algorithms», volto a identificare e offrire soluzioni per quella che chiamano l’«insensibilità degli algoritmi». «Gli algoritmi fanno bene il loro lavoro, tuttavia ci sono un sacco di sfumature nel modo in cui interagiamo socialmente che essi non sono stati progettati per rilevare», ha detto Jed Brubaker, uno dei ricercatori. Lui e gli altri autori dello studio suggeriscono che questi dolorosi contatti non voluti tra ex potrebbero essere minimizzati se i progettisti delle piattaforme allargassero la loro attenzione anche alla «periferia sociale», ossia a tutte quelle persone, gruppi, foto ed eventi che sorgono attorno a una connessione tra due utenti. In attesa di tali migliorie, questa potrebbe essere una buona occasione per un’almeno temporanea digital detox (disintossicazione digitale), della quale tanto si parla.
di Elettra Pezzica
Riferimenti Bibliografici
Pinter A. T., Jiang J. A., Gach K. Z., Sidwell M. M.,
Dykes J. E., Brubaker J. R. (2019), «Am I never going to be free of all this crap?», Proceedings of the ACM on Human-Computer Interaction, 3, DOI: 10.1145/3359172
Questo articolo è di ed è presente nel numero 279 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui