LIBRI PER LA MENTE: "Un uso qualunque di te" e "Il nido delle cicale"
In una società in cui si privilegia sé stessi a discapito degli altri e in cui l’apparire conta più della sostanza, le fantasie di grandiosità, il bisogno di ammirazione, la scarsa empatia, lo sfruttamento dei rapporti interpersonali a proprio vantaggio sono tratti narcisistici sempre più diffusi, che diventano patologici quando sono rigidi e amplificati.

UN USO QUALUNQUE DI TE
Per tutta la sua vita, Viola ha pensato prima di tutto a sé stessa e ai suoi bisogni. Una vita inquieta, fatta di menzogne e tradimenti, in cui le sembra di aver trovato un equilibrio accettabile: bugie, omissioni e manipolazioni le permettono di “proteggere” Carlo, marito devoto a cui vuole bene ma che forse non avrebbe sposato se non fosse rimasta incinta, e Luce, la figlia adolescente, che Viola ama ma non comprende. Fino a quando, in una notte primaverile, il telefono squilla più volte, ma lei non risponde, e il messaggio lasciato da Carlo è una doccia fredda che la ridesta dall’ennesima notte di sesso con il suo ultimo amante: deve raggiungerlo in ospedale. Poche parole che la riportano a contatto con una realtà in cui non è l’unica protagonista. In quell’ospedale, il castello di bugie che ha costruito crolla. Luce è in gravi condizioni per aver assunto delle droghe e ha bisogno di un trapianto di fegato per sopravvivere. Viola è disperata e in preda al terrore; Carlo sa dei tradimenti della moglie, ma, più del dolore e del disprezzo che vede nei suoi occhi, a ferirla è la consapevolezza che non può più nascondersi. In quel momento può solo pensare, peraltro non lucidamente, a come salvare sua figlia, per riscattarsi dal dolore causato e sentirsi, forse per la prima volta, madre.
Un uso qualunque di te - Sara Rattaro, Giunti, 176 pp., 8.90 €
IL NIDO DELLE CICALE
Milano, Ginevra, Berlino, Stoccarda. Trasferirsi in quattro città in poco più di sette anni, per Mia – che non si era mai allontanata molto dalla sua casa sul lago di Garda – era stato un record. Quando conobbe Alessio, ammaliata da quel giovane architetto brillante, sicuro di sé e ambizioso, aveva scelto di abbandonare tutto per seguirlo: in quelle città Alessio poteva evolvere nella sua creatività e lasciare la sua “impronta” nell’architettura. Ma nel seguirlo Mia aveva rinunciato ai propri sogni e spento i propri desideri: tutto ruotava attorno a lui, contavano solo i suoi bisogni e ciò che non rientrava nelle sue necessità non era importante. Mia così divenne un po’ per volta solo “la donna di”, senza un lavoro, senza amicizie proprie, vivendo una vita di riflesso, accettando suo malgrado di non sposarsi e di non avere figli. Quando scopre che da tre anni Alessio le nasconde una verità inaccettabile, fugge, senza affrontarlo, e torna in quella casa che aveva lasciato molti anni prima. Lì Mia è costretta ad affrontare i traumi e i fantasmi del passato, a riallacciare un rapporto con la madre che da vent’anni vive imprigionata nel dolore e nei sensi di colpa per la morte del figlio, ma anche a rinascere e ritrovare quella sé stessa che aveva smarrito vivendo nel narcisismo di Alessio.
Il nido delle cicale - Anna Martellato, Giunti, 224 pp., 14.90 €

Questo articolo è di ed è presente nel numero 283 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui