Ilaria Consolo

Sesso e droghe

Da sempre gli uomini sono interessati a ciò che può aumentare la propria libido, migliorando le prestazioni, e a ciò che può amplificare il piacere sessuale rendendo più intense le sensazioni.

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Già nell’antichità esisteva tra gli antichi romani l’usanza di servire agli sposi novizi il cocetum, una bevanda ottenuta mescolando latte, miele e semi di papavero, che si credeva possedessero proprietà toniche e quasi afrodisiache. Allo stesso modo al giorno d’oggi sempre più frequentemente sono utilizzate droghe e alcol per migliorare le performances sessuali. L’uso stesso di queste sostanze alla lunga può però avere effetti negativi sulla sfera sessuale.

  • L’oppio, considerato da sempre un afrodisiaco, è spesso apprezzato dagli uomini perché ritarda l’eiaculazione e dalle donne che provano dolore durante i rapporti sessuali, poiché aiuta a ridurre il dolore e l’ansia associata, tuttavia con il tempo gli oppiati riducono il desiderio e inibiscono tutte le fasi della risposta sessuale.
  • La cocaina è considerata la sex drug per eccellenza grazie alla sua azione dopaminergica infatti aumenta il desiderio e l’eccitazione, ma alla lunga inibisce l’orgasmo in entrambi i sessi a causa di una reattiva condizione di iperprolattinemia, inoltre l’abuso cronico può causare diverse disfunzioni sessuali e condurre all’impotenza.
  • L’ecstasy fin dalla sua invenzione/creazione fu definita la “pillola dell’amore” per via delle sue supposte qualità afrodisiache, in realtà riduce il desiderio, la lubrificazione vaginale e l’orgasmo, e può perfino condurre all’impotenza e provocare priapismo.
  • Circa la cannabis si pensa che l’azione disinibitoria sia responsabile degli effetti afrodisiaci di questa droga che aumenterebbe il piacere sessuale favorendo il rilassamento ed il contatto fisico con il/la partner, stimolando pensieri erotici, diminuendo l’aggressività e alterando la percezione del tempo e dello spazio. Assunta in dosi sufficientemente elevate la cannabis ha significativi effetti ormonali e riduce la fertilità maschile e femminile.

Potremmo continuare con il popper, l’alcol, le metanfetamine, ma vorrei soffermarmi su un fenomeno allarmante per le sue conseguenze, il chemsex.

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Se fino a qualche anno fa si pensava che il mix tra droghe (spesso mescolate ad alcol) e sesso fosse tipico del mondo omosessuale (la pratica ha iniziato a profilarsi agli inizi del secolo nell’ambiente gay di Londra), oggi sappiamo essere una pratica molto presente anche tra gli eterosessuali e tra i giovani. Infatti, sono sempre di più  gli adolescenti che utilizzano farmaci e/o droghe prima di un rapporto sessuale, per sentirsi più pronti o più disinibiti, ma anche per aumentare il piacere o migliorare la performance. I chemsexer in genere si riuniscono in feste private con il preciso intento di assumere sostanze e fare sesso ad oltranza, anche per giorni. Le sostanze stupefacenti solitamente utilizzate sono il crystal, il mefedrone, il GHB e tante altre tra cui alcol, cocaina, cannabis, ketamina e farmaci (spesso, per esempio, si ricorre al viagra, perché uno degli effetti collaterali delle sostanze suddette è quello di poter inibire l’erezione).

L’uso di droghe ha tra gli effetti quello di disinibire e di aumentare la percezione, ciò facilita una sessualità più trasgressiva e il superamento dei tabù, il loro utilizzo può però comportare gravi danni per la salute (fino al coma!), può portare allo sviluppo di una dipendenza dalle sostanze usate e/o dalla pratica stessa, e rende più inclini al sesso non protetto con tutte le gravi conseguenze del caso. Inoltre il post “festa” può causare problematiche psicologiche tra cui ansia, depressione e perdita della memoria a breve termine, può scatenare malattie mentali di cui non si aveva contezza, provocare alterazioni della coscienza, perdita del contatto con la realtà e quindi condurre anche a stati psicotici.

Molti sono gli studi che hanno esaminato la prevalenza di comportamenti sessuali a rischio in soggetti dipendenti o in comportamento d’abuso di sostanze. Nel lungo periodo le droghe, al di là dell’effetto immediato sulla sessualità, portano a sviluppare disfunzioni in tutte le fasi della risposta sessuale. Anche il fumo di sigarette in tal senso non è da sottovalutare in quanto secondo vari studi interferirebbe con la funzionalità erettile visto che la nicotina è un potente vasocostrittore e l’erezione è basata essenzialmente su un processo di vasodilatazione.

L’utilizzo di sostanze stupefacenti non solo comporta molteplici rischi per la salute fisica e psicologica ma anche il trovarsi in situazioni pericolose, contrarre malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate.

Tralasciando il caso di tutti coloro che sviluppano una vera e propria dipendenza, da un punto di vista psicologico è importante riflettere sulle insicurezze e le paure che portano molte persone a necessitare di “ausili” prima di un rapporto sessuale: su ciò che in generale ci si aspetta dal piacere, su quali bisogni il sesso debba davvero soddisfare o sostituire e quali mancanze riempire. Nonché interrogarsi su un utilizzo della sessualità sempre più improntato sull’usa e getta ai danni di un’involuzione emotivo-relazionale.

Ilaria Consolo, psicologa e psicoterapeuta psicodinamica, svolge attività clinica e supervisione clinica a Roma e Potenza. È vicepresidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS) di Roma.