Redazione Psicologia Contemporanea

Sessuologia online. Intervista al Dott. Daniel Giunti

DanielGiuntiIntervista.jpg

La pagina Instagram @SESSUOLOGIA è ad oggi il canale social italiano più seguito in ambito sessuologico utilizzato dai giovani. In soli 12 mesi ha raggiunto un seguito di oltre 160k giovani, che quotidianamente inviano al profilo oltre 200 domande al giorno sulla sessualità. Dietro alla pagina vi sono i professionisti del Centro Integrato di Sessuologia Il Ponte (www.centroilponte.com), un’equipe di sessuologi e medici della sessualità, che si occupano di clinica, formazione (giuntipsy.it/sezione-sessuologia/), ricerca e divulgazione in ambito sessuologico.

Abbiamo intervistato il Dott. Daniel Giunti, che oltre ad essere psicoterapeuta, sessuologo, Presidente del Centro il Ponte e di Giunti Psychometrics, è anche l’ideatore del primo Festival Italiano della Sessuologia (@festivaldellasessuologia) che si è svolto a settembre a Firenze, e del sopracitato progetto social @SESSUOLOGIA su Instagram.

 

Ad oggi vi seguono oltre 150mila follower, chi è l’utente medio che usufruisce della possibilità di farvi domande via Instagram (età, istruzione, occupazione)? Avete notato uno sbilanciamento tra maschi e femmine? 

La fascia d’età dei nostri follower è molto varia ma Sono soprattutto i più giovani a farci domande. Diciamo che quella principale è 14-20. Sono sia ragazzi alle prese con le prime esperienze che cercano consigli e conforto, e che si vergognano a chiedere aiuto ad altri, sia ragazzi che già hanno avuto esperienze ma incontrano delle difficoltà o delle problematiche che non sanno come affrontare.
Non notiamo uno sbilanciamento tra maschi e femmine, leggermente più femmine, ovviamente pongono domande diverse ma entrambi hanno dubbi a cui cercano disperatamente di dare risposta.

Secondo lei, per i più giovani è più semplice parlare di sessualità sui social?

Sicuramente sì. In passato abbiamo effettuato interventi nelle scuole superiori, lasciando una scatola in cui i ragazzi imbucavano anonimamente bigliettini con i propri dubbi, ma abbiamo notato che spesso si vergognavano di farsi vedere mentre inserivano il bigliettino, e i numeri erano quindi relativamente bassi.
Internet e i social offrono senza dubbio un (apparente) maggiore senso di privacy e di sicurezza, soprattutto nei confronti degli amici, così i ragazzi sentendosi più sicuri si aprono raccontandoci anche dettagli molto intimi.

Quali sono le domande più rappresentative che avete ricevuto su @sessuologia?

“La prima volta per un ragazzo fa davvero molto male?”
“Ma con un rapporto orale è possibile rimanere incinta?”
“È possibile contrarre un’infezione sessualmente trasmissibile con il sesso orale?”
“Siamo sposati da qualche anno e il desiderio sessuale è molto diminuito, cosa possiamo fare?”
“L’erezione va via al momento di mettere il preservativo? Perché?”
“Non riesco a raggiungere l’orgasmo con la penetrazione, ma solamente stimolando il clitoride, è normale?” / “Non riesco a raggiungere l’orgasmo durante il rapporto ma solo masturbandomi da solo, che fare?”

Sono alcune delle domande più significative e frequenti che riceviamo. Sicuramente alcune, soprattutto quelle dei più giovani, ci mostrano quante poche informazioni abbiano sull’anatomia dei propri genitali, sulla contraccezione e sulle infezioni sessualmente trasmissibili e questo li espone a comportamenti sessuali a rischio come anche a paure e ansie infondate.
Dall’altra parte, sia ragazzi che ragazze, sia giovanissimi che adulti, ci fanno molte domande riguardo al piacere, su come poter vivere appieno e in modo soddisfacente la propria vita sessuale, cercando rassicurazioni sull’essere normali nel loro modo di vivere il sesso e il piacere.

Una volta posta la domanda, gli utenti forniscono dei feedback anche sulla risposta ricevuta? L’interazione si esaurisce in un “botta e risposta” oppure seguono altre domande di approfondimento o richieste di consulenza con un professionista del vostro Centro?

Alcune volte l’interazione finisce lì, altre volte invece ci chiedono più informazioni, vogliono saperne di più. Un po’ più raro, ma accade, che decidano di effettuare una consulenza con un professionista del Centro. È però molto più raro perché spesso si tratta di minorenni che quindi necessitano del consenso dei genitori, con i quali però hanno difficoltà a dialogare. Inoltre scrivendoci da tutta Italia spesso ci chiedendo spesso anche nominativi di professionisti affidabili nelle loro zone oppure di poter usufruire del nostro servizio di consulenza via skype.

Riscontrate una particolare disinformazione tra i giovani, per esempio più (o meno) ignoranza su alcuni aspetti particolari? Ci sono pro e contro nell’informarsi online su questi specifici temi?

Sì, c’è molta disinformazione per non dire cattiva informazione anche su aspetti legati alla semplice anatomia. Informarsi online sicuramente permette ai giovani di essere liberi e ricercare cui necessitano in tempo reale e senza esporsi, dall’altra parte, però, sono poche le fonti attendibili in ambito sessuale ed i primi siti che trovano su Google spesso sono fonte di informazioni scorrette (generalmente a fini commerciali) creando falsi miti e convinzioni errate che portano a disagi e senso di inadeguatezza.

Offline, come si potrebbe e dovrebbe intervenire a livello educativo e informativo?

La scuola è sicuramente un ambito in cui l’educazione alla sessualità e all’intimità potrebbe essere sviluppata e inserita. A scuola i giovani si formano e passano gran parte del loro tempo, per questo è importante che sappiano di poter avere degli spazi per ottenere informazioni utili e veritiere. Molte delle domande che ci arrivano denotano come i ragazzi e le ragazze si sentano soli, sentano di non poter chiedere consiglio a nessuno su questo tema, si vergognino a parlare con i genitori e fatichino anche a richiedere gli accertamenti medici necessari. Perciò potrebbe essere importante coinvolgere anche le famiglie in questo processo di educazione, magari aiutando i genitori a capire come poter parlare ai propri figli di intimità, relazioni, affetti e sessualità.

Un problema sul quale desidereremmo porre l’attenzione, e che è già proposta di legge, è la possibilità dei minori (che hanno spesso una intensa vita sessuale poco attenta da un punto di vista di prevenzione) di sottoporsi al test hiv, cosa ad oggi impossibile senza il consenso dei genitori. Il test è certamente il modo più efficace per prevenire la proliferazione del virus ad oggi molto presente.

Notate un interesse verso la figura del sessuologo?

Sì, alcuni ragazzi ci chiedono che percorso intraprendere per diventare sessuologo, come fare per studiare sessuologia. Noi spieghiamo che è necessaria una formazione universitaria in psicologia o medicina e a seguire una formazione specifica come quella proposta nel nostro Master in Sessuologia Clinica che è in partenza a Febbraio 2020 (http://www.giuntipsy.it/corsi-e-eventi/corso/master-in-sessuologia-clinica)

Recentemente avete organizzato a Firenze la prima edizione del Festival della Sessuologia. A vostro parere, perché è importante realizzare un evento del genere?

Di sesso se ne parla molto e quasi ovunque, ma spesso, quello che manca è una comunicazione scientificamente valida e corretta, espressa in modo comprensibile e chiaro anche per i non addetti ai lavori. Le persone raccolgono informazioni dai porno e dal web, che non sempre sono corrette o adeguate. Per questo abbiamo pensato di creare un evento che potesse offrire uno spazio per tutti in cui parlare di sessualità in maniera libera, semplice, chiara e scientifica.

Durante le due giornate del Festival si è molto parlato del web 2.0 e delle nuove tecnologie in relazione alla sessualità. Secondo lei, quale influenza hanno sulla sessualità le nuove tecnologie e le nuove possibilità informative e comunicative offerte dalla rete?

Diciamo che per avere dei dati più accurati sull’influenza della tecnologia sulla sessualità potrebbe essere necessario lasciar passare ancora qualche anno. Quello che sappiamo ad oggi è che la tecnologia porta i giovani ad entrare in contatto con la sessualità sempre più precocemente, senza fornirgli però gli strumenti per comprendere appieno la differenza tra pornografia e realtà o per comprendere i potenziali rischi della tecnologia. D’altro canto, la tecnologia, se utilizzata adeguatamente, potrebbe favorire una maggiore diffusione di informazioni corrette e utili riguardo la sessualità, la conoscenza e la realizzazione di se stessi, il mantenimento di un’intimità di coppia anche in partner lontani e in poche parole una migliore qualità della vita sessuale ed affettiva.